Si terrà questa mattina presso la Casa del Pellegrino l’evento inaugurale della mostra “Il Libro Sindonico”, promossa dalla Delegazione Italia del Sud e Sicilia del Centro Internazionale di Sindonologia, che resterà aperta fino al 18 maggio 2018, dalle ore 10 alle 13. Si discuterà di oltre cento titoli, opere che vogliono costituire un invito per i visitatori di accostarsi al Lenzuolo e ai suoi misteri attraverso la lettura. L’evento sarà presentato dal presidente del consiglio comunale, Franco Gallo [foto a sin.], con tanto di saluti del sindaco di Pompei, Pietro Amitrano. Parteciperanno all’evento Gian Maria Zaccone, direttore del Centro Internazionale di Sindonologia, e il Vescovo di Pompei, Tommaso Caputo, che trarrà nel finale le sue conclusioni. «Centinaia sono i libri che nei secoli autori di varia levatura hanno dedicato al Lenzuolo conservato a Torino - osserva Zaccone - Divulgativi o scientifici si sono dovuti confrontare con la realtà di Cristo. Questo perché quella figura impressa sul lenzuolo rimanda alla vicenda del Dio fatto uomo. Il libro, dunque, nel tempo è stato ed è il più incisivo e capillare metodo per diffondere la conoscenza della Sindone e il suo messaggio».«Il professore Zaccone - aggiunge il presidente del consiglio comunale, Franco Gallo - ha dato il via, in oltre quarant’anni di ricerca, a una nuova corrente di studi sul Telo custodito a Torino. Questa pone la ricerca storica in un’altra prospettiva: ricostruire, attraverso testimonianze documentali, il valore e il significato che la Sindone ha avuto per uomini e comunità nei diversi contesti storici, sociali e culturali. Ed è proprio per questo suo originale approccio che ci permette di definirlo lo storico e non uno storico della Sindone. Il professore pone la sua attenzione sul ruolo che essa ha rivestito nei confronti degli uomini che nel tempo ne sono venuti a contatto. Si tratta di un approccio per comprendere il valore che ha avuto e ha l’immagine impressa sul Lenzuolo col suo rimando ineludibile a Gesù Cristo». Gallo conclude affermando che «studiare la storia della Sindone vuole anche dire ripercorrere la storia della pietà verso un oggetto che nello stesso momento è ritenuto immagine ma anche reliquia. Essa non ha mai smesso di portare un messaggio e questo è il risultato di una funzione mediatrice della Sindone». |