Ricordo di Mons. Giulio RicciAntonio Cassanelli
Un grande studioso della SindoneDelegato del Centro Internazionale di Sindonologia - Roma
 
Relazione presentata al Convegno:  Sindone e fede. Un dialogo possibile?,
tenutosi presso la Pontificia Università Lateranense il 17 aprile 2013.
 

In un’udienza privata concessa dal beato Paolo VI a Mons. Giulio Ricci, il Santo Padre, riferendosi alla Sindone, disse: "Vedi, Gesù non ha scritto nulla, ma è rimasto con noi nell’Eucarestia, nei poveri, nella Gerarchia, e in questo mirabile documento della Passione, morte e risurrezione, scritto a caratteri di sangue».
Così il Papa definiva quel documento storico che da duemila anni custodisce la sfumata impronta corporea di un uomo, che per noi è Gesù, impronta che, da quel linguaggio scritto a caratteri di sangue, proclama, silenziosa e solenne, il kerigma della nostra salvezza.
Mons. Ricci, di cui oggi ricordiamo il centenario della nascita, ne fu un profondo studioso e un encomiabile apostolo di catechesi e pastorale.

Giulio Ricci nasce a Canino il 17 febbraio 1913 da una famiglia profondamente cristiana, dalla quale germogliano numerose le vocazioni.
Siamo nella Tuscia, nella maremma laziale a nord di Viterbo, in un territorio legato alla storia degli Etruschi, ai Farnese di Papa Paolo III, al Principe Luciano Bonaparte; in una terra che, con i suoi più di 200.000 ulivi, è conosciuta ed apprezzata per una fiorente produzione di olio di oliva.

Giulio Ricci nel 1924, appena undicenne, entra nel Seminario di Acquapendente, prosegue gli studi prima presso il Pontificio Collegio Leoniano di Anagni e, successivamente, nel Seminario di Santa Maria della Quercia a Viterbo, dove, il 26 luglio 1936, viene ordinato sacerdote.
Completerà ulteriormente la sua formazione con la Laurea in Filosofia.
Insegnante di lettere al seminario Vescovile di Acquapendente dal 1936 al 1943, è arciprete di quella Cattedrale dal 1944 al 1953. Sono questi gli anni difficili della II guerra mondiale e del dopoguerra, che vedono il giovane don Giulio impegnato ad assistere e soccorrere generosamente tanti sofferenti: feriti, vedove, orfani.
Nella cripta della Cattedrale di Acquapendente c’è una splendida ricostruzione del Santo Sepolcro, che sicuramente sarà determinante per suscitare in Mons. Ricci un particolare interesse per la Passione ed per la sepoltura di Gesù.
Dal 1954 sino al 1961 risiede ad Assisi, quale Direttore Spirituale del Pontificio Seminario Regionale «Pio XI».
Nel novembre 1963, trasferitosi a Roma, entra al servizio della Santa Sede Apostolica come Archivista alla Sacra Congregazione Concistoriale, oggi Congregazione dei Vescovi, dove svolge eccellente e generosa attività fino al 1° febbraio 1981.
Diviene anche Canonico della Basilica di Santa Maria Maggiore.

Mons. Giulio Ricci ci ha insegnato che la disposizione migliore per accostarci alla Sindone è l’umiltà e la preghiera, perché con essa possiamo avvicinarci a Gesù ed alla Sua Passione.
Solo così, nel dialogo continuo con Dio, il Sacro Lino dispiegherà per noi le sue pieghe mostrandosi nello splendore del messaggio teologico.
La contemplazione e lo studio della Sindone, infatti, ci permettono di ripercorrere la Passione di Gesù attraverso tutte le sue fasi: flagellazione, coronazione di spine, via crucis, crocifissione, sepoltura.
In questo riuscì, in maniera speciale, Mons. Ricci, definito da molti «l’apostolo della Sindone».
Per più di 50 anni, tenendosi in contatto con i centri di ricerca più avanzati del mondo, studia il sacro Lino con ricerche approfondite ed esaurienti.
Il suo infaticabile impegno ed il suo entusiasmo lo inducono ad instaurare un proficuo dialogo con i maggiori sindonologi, con illustri teologi e biblisti, ad esporre il frutto dei suoi studi a numerosi Vescovi e Cardinali, a proporre personalmente ricerche ed analisi ad Umberto II di Savoia, fino ad essere ricevuto ed ascoltato, come abbiamo già ricordato, dal Papa Paolo VI.

Interessante il rapporto di stima e di fiducia istauratosi tra il Re in esilio e il Monsignore, rapporto testimoniato da un intenso epistolario, che si sviluppa nell’arco di decenni e che terminerà solo nel 1983, con la morte del Sovrano.
È legittimo supporre che la generosa decisione del Re di donare la Sindone al Papa, dopo 540 anni legati a Casa Savoia, sia maturata anche dal dialogo e dal confronto con Mons. Ricci.

Affrontando gli aspetti teologici, esegetici, archeologici, clinici, giuridici del reperto, Mons. Ricci giunge a scoperte originali.
Esemplari sono i suoi studi nel campo della metrologia anatomica e delle conseguenti ricostruzioni assonometriche, così come quelli nella misurazione goniometrica dei rivoli di sangue.
Con genialità ricostruisce i movimenti di abbandono o di sollevamento delle braccia e, quindi, i movimenti del Signore sulla croce attraverso l’andamento delle colature di sangue.
Tali studi, condivisi nei risultati anche dal Prof. Enrico Medi, il grande scienziato e teologo ordinario di Fisica terrestre presso l’Università degli Studi di Roma «La Sapienza» e di cui è in corso il processo di beatificazione, permettono a Mons. Ricci di ricostruire la Passione di Gesù, di esporla nei suoi libri, tradotti e diffusi in tutto il mondo, La rappresenta, in forma pittorica e scultorea, in mostre, conferenze e convegni, che gli conferiscono un fama universale. in Italia e in Francia, Spagna, U.S.A., Egitto, Africa, Terra Santa, Cile, Messico, Ecuador, Brasile, Filippine, dove nella Cattedrale di Manila, in poco più di 2 mesi, affluiscono ben 350.000 visitatori. Visitatori forse spinti solo dalla curiosità ma che davanti a quelle immagini così eloquenti, rimangono colpiti e si convertono.
Il suo campo d’azione sono le scuole, i collegi, i seminari, le parrocchie, i conventi, dovunque venga chiamato a testimoniare, senza porre dei limiti, pur nelle difficoltà di una salute sempre più debole.

Tra le opere da lui pubblicate ricordiamo: L’Uomo della Sindone; L’Uomo della Sindone morì sotto Ponzio Pilato?; Statura dell’Uomo della Sindone; L’Uomo della Sindone è Gesù, diamo le prove; La Via Crucis secondo la Sindone; La Sindone Santa; la collana Emmaus; Il Santo Volto di Genova; La Sindone contestata, difesa, spiegata.

Dal 15 dicembre 1975 è Prelato d’Onore di Sua Santità.

E proprio nell’Anno Santo del 1975, con una scelta rivolta alla catechesi ed alla pastorale, Mons. Ricci fonda il «Centro Romano di Sindonologia» (qualificato come delegato del Centro Internazionale di Torino) per la formazione dei Catechisti della Passione, per i quali ottiene il riconoscimento del «Centro Pastorale per l’Evangelizzazione e la Catechesi» del Vicariato di Roma.
Il Centro, con sede in via Crescenzio prima, a Borgo Pio ed a via del Gelsomino poi, è un piccolo cenacolo di studio e di preghiera, che si avvale della collaborazione e dell’insegnamento d’insigni Professori provenienti dalle Università Pontificie e statali.*
Mons. Ricci è soprattutto un maestro di fede, apparentemente austero, il cui insegnamento è caratterizzato dalla dolcezza nella forma e dalla fermezza nei principi.
Ai catechisti chiede la coerenza con il Vangelo, la fedeltà alla Chiesa, la frequenza ai Sacramenti, la gratuità del loro impegno.
Qui a Roma, e non solo, quanti si sono interessati alla Sindone e ne sono diventati cultori, direttamente o indirettamente sono cresciuti alla Sua scuola.

Mons. Ricci dipinge il crocefisso sindonico
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Emblematico è il crocifisso, ideato e realizzato da Mons. Ricci secondo una sensibilissima lettura della Sindone.
Mons. Ricci, dopo 50 anni di studi, ricostruisce fedelmente quanto ha letto sul tessuto di lino in parallelo con il racconto dei Vangeli, realizzando quel crocefisso «sindonico» il cui originale, quello davanti a cui pregava, è oggi venerabile nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, a fianco delle Reliquie della Passione e della copia della Sindone.
Altre copie sono a Roma, Canino, Assisi, Porto Ercole, Sant’Anatolia...
Con questo crocefisso Mons. Ricci vive un intenso rapporto spirituale. Celebra quotidianamente la S. Messa davanti a Lui, meditando su quelle piaghe «da cui noi siamo stati guariti».
Suor Maria Letizia stessa mi confidò, e nello stesso modo lo riferisco, come il fratello recitasse la compieta davanti al crocefisso con una particolare devozione per la ferita al ginocchio sinistro, il cui dolore, come una volta lui stesso le aveva rivelato, si rifletteva sul suo.

 

La conoscenza profonda della Sindone permise a Mons. Ricci di apportare un contributo fondamentale anche allo studio del Sudario di Oviedo.
Nel 1965, recatosi nelle Asturie, dopo un’attenta e minuziosa osservazione de «El Sagrado Rostro» nella «Camara Santa», affermò che l’impronta presente sul telo, duplicata e speculare, coincide con il Volto sindonico ed è ad esso sovrapponibile.
Inoltre, scopre che il Sudario è esposto «in verso» e non «in recto», cioè che è visibile solo dal rovescio.
Successivi studi, effettuati dal Capitolo della Cattedrale, dopo aver estratto il Sudario dal reliquiario ed averlo liberato dai 3 teli di supporto, confermeranno la sua tesi.

Dal 20 ottobre 1989 Mons. Ricci è nominato Chierico Beneficiario (Canonico) della Patriarcale Basilica di San Pietro.
In costante impegno per la dimensione pastorale, per la formazione spirituale e per la comunione ecclesiale del suo apostolato muore in Roma il 6 febbraio 1995, assistito dalla sorella suor Maria Letizia monaca clarissa di clausura.

 

«Debbo riconoscere - cito le parole del Cardinale Angelo Comastri - che l’incontro con Mons. Giulio Ricci è stato un grande dono di Dio [...] oggi la sua eredità preziosissima, che affonda le radici nel Suo sacerdozio fedele, nella sua eucarestia intensamente vissuta, si traduce nel Centro Diocesano di Sindonologia «Giulio Ricci» presso la Basilica di Santa Croce in Gerusalemme», centro che per numerosi anni ha tenuto, presso questa Università Lateranense, un Corso di Sindonologia, primo ed unico al mondo, molto apprezzato e pastoralmente proficuo.
«Ma l’eredità più bella, più ricca e più commovente è quella che Mons. Ricci lascia nel cuore di chi l’ha conosciuto... Grazie, carissimo Mons. Ricci!»

Roma, 17 aprile 2013

Antonio Cassanelli
Segretario del Centro Diocesano di Sindonologia «Giulio Ricci»
Delegato del Centro Internazionale di Sindonologia - Roma

 

*Ricordiamo: P. Raimondo Spiazzi, Filosofia, P.U. S.Tommaso «Angelicum»; P. Salvatore Garofalo, Sacre Scritture, P.U. Urbaniana; P. Vittorio Marcozzi, Teologia, P.U. Gregoriana; P. Gianfranco Berbenni, Storia della Chiesa, P.U. «Antonianum»; Prof. Alessandro Cacciani, Fisica, Università di Roma «La Sapienza».

 

 
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